La polemica con Armando Borghi (1957)

 

Quando apparve  nelle  librerie  Concezione  critica  del  socialismo  libertario (La  Nuova  Italia, 1957),  una  nuova raccolta  di  scritti  merliniani a cura  di  Pier Carlo Masini e Aldo Venturini, non tutti, anche all’interno  del  movimento  anarchico,  manifestarono apprezzamento.  Armando  Borghi,  all’epoca  redattore del  settimanale  «Umanità  Nova»,  per  alcuni  mesi  evitò  di parlare  del  libro  e  ci  furono  strascichi  polemici  –  in  parte riflessi  sul  giornale  ma  oggi  documentabili  anche  attraverso la  corrispondenza  privata  –  tra  lui  e  Venturini,  che  da  parte sua  non  riusciva  a  darsi  pace  per  quello  che  riteneva  un boicottaggio  irragionevole.  Borghi  in  realtà  –  e  lo  fece  capire  molto  chiaramente  –  non  ce  l’aveva  tanto  con  Merlino quanto  con  uno  dei  curatori  del  libro,  Pier  Carlo  Masini, che  proprio  in  quel  periodo  –  esaurita  ormai  l’esperienza dei  GAAP  –  stava  aderendo  al  progetto  del  movimento  della Sinistra  Comunista,  originale  tentativo  di  unificazione  di spezzoni della sinistra rivoluzionaria antistalinista (avrebbero  dovuto  confluirvi  anche  i  bordighisti  del  Partito  comunista  internazionalista  di  Onorato Damen e i trotzkisti dei Gruppi  comunisti  rivoluzionari  guidati  da  Livio  Maitan,  ma  alla fine  raccolse  solo  parte  degli  ex  gaapisti  e  il  gruppo  “Azione Comunista”  di  Giulio  Seniga  e  Bruno  Fortichiari).  Delle ire  di  Borghi  fece  fatalmente  le  spese  anche  Venturini,  collaboratore  di  Masini  nella  compilazione  del  libro  e  pertanto coinvolto,  suo  malgrado,  in  una  condanna  che  traeva  le  sue motivazioni da polemiche politiche a cui era del  tutto  estraneo.  Venturini  cercò  ripetutamente  di  fare  presente  che  i testi  pubblicati  nel  libro  appartenevano  interamente alla fase anarchica  di  Merlino  e  che  non  vi  si  poteva  trovare  una  sola proposizione  che  contrastasse  “con  la  concezione  dell’anarchismo propria di uomini come Malatesta, Fabbri e Berneri”. Tali  testi  non  erano  stati  deformati  dai  compilatori,  i  quali inoltre  si  erano  astenuti  accuratamente,  sia  nell’introduzione  sia  in  ogni  altra  parte  del  libro, da  “riferimenti  alle  polemiche  attuali”.  I  curatori  avevano  inteso  dare  “alla  purtroppo  scarsa  letteratura  anarchica  un  volume  di  riconosciuto valore  scientifico”,  che  a  distanza  di  soli  pochi  mesi  dalla  sua pubblicazione  era  stato  già  in  grado  di  suscitare  “un  vivo  interesse  in  studiosi  di  diversa  formazione”  culturale  e  politica,  influenzando  ambienti  dove  forse  altrimenti  le  concezioni  anarchiche  non  sarebbero  mai  penetrate.  Borghi  non  si lasciò  convincere  più  di  tanto,  pubblicò  sul  giornale  solo  alcune  delle  lettere  di  Venturini,  per  di  più  con  dei  tagli,  e infine  dichiarò  chiusa  la  polemica  rifiutandosi  di  tornarvi sopra.  Per  questo  comportamento  ricevette  critiche  da  diversi  militanti  anarchici,  compresi  alcuni  di  quelli  che  gli erano  politicamente  e  umanamente  più  vicini,  ma  tali  critiche  rimasero  nell’ambito  delle  discussioni  personali  e  della corrispondenza  privata,  senza  emergere  pubblicamente. Borghi,  che  nel  secondo  dopoguerra  si  era  investito  del  ruolo  di  tutore  della  più  pura  ortodossia  anarchica,  declinata peraltro  in  senso  antiorganizzatore  e  antisindacalista in sintonia  con l’orientamento prevalente tra gli anarchici italo-americani che facevano riferimento a «L’Adunata dei Refrattari»,  vide  nell’apparizione  del  libro,  proprio  in  quel momento,  un  tentativo  subdolo  di  avallare  le  nuove  posizioni  politiche  di  Masini  usando  il  revisionismo  di  Merlino  come  paravento.  In  seguito  dichiarò  anche  di  avere  ritenuto  che  dietro all’operazione  vi  fosse  una  speculazione  commerciale  da parte  dei  curatori.  Di  qui  la  sua  ostilità  nei  confronti  del  libro,  che  non  si  spinse  comunque  fino  a  una  completa  censura.  Su  «Umanità  Nova»    nel  corso  del  1957  comparve  a  più riprese  una  lista  dei  libri  distribuiti  e  messi  in  vendita  dalla Libreria  della  FAI,  gestita  da  Giuseppe  Mariani,  in  cui  si  trovava  – evidenziato adeguatamente – anche il volume Concezione  critica  del  socialismo  libertario.  Dopo  molte  resistenze  e  con ampi tagli  redazionali,  sul  giornale  apparve  infine  anche  una recensione di Ugo Fedeli, positiva e di un certo impegno.

Ricostruiamo qui di seguito nelle sue linee essenziali la polemica tra Aldo Venturini e Armando Borghi, sviluppatasi nel corso del 1957 (ma con un antecedente nel 1954 e un seguito nel 1958), segnalandone i punti salienti.

 ► 1)  Premessa  di  Borghi  a  un  intervento  di  Rodolfo  Felicioli,  Ismi  e anti-ismi.  L’anarchismo  esige  chiarezza,  «Umanità  Nova»,  a. 37,  n.  20,  19  maggio 1957;  ►  2)  Lettera  di  Venturini  a  «Umanità  Nova»,  27  maggio  1957  [pubblicata  nel  n. 22,  2  giugno  1957,  ma  tagliata  della  parte  finale  e  con  una  introduzione  e  una postilla  di  Borghi  (“E  ci  si  lasci  pur  dire  che  ci  piace  più  assai  un  Merlino  che  i merliniani,  del  passato  e  di  oggi.  Bisognerebbe  vedere  se  Merlino  fu… merliniano”.)];  ►  3)  Seconda  lettera  di  Venturini  a    «Umanità  Nova»,  1  giugno  1957, con  nuove  precisazioni  [pubblicata  nel  n.  23,  9  giugno  1957,  con  postilla  di  Borghi];  ►  4)  Terza  lettera  di  Venturini  a  «Umanità  Nova»,  7  giugno  1957  [“Se  aveste pubblicato  per  intero  la  mia  prima  lettera,  il  nostro,  come  dire?,  battibecco  polemico  sarebbe  già  finito”.  Venturini  dichiara  di  essere  intervenuto  solo  per  evitare  che lettori  di  «U.  N.»  fossero  “indotti  a  credere  che  i  testi  pubblicati  (…)  fossero  da considerare  appartenenti  a  un  periodo  di  tempo    in  cui  il  Merlino  non  militava  più nelle  file  anarchiche”.  E  di  seguito:  “Voi  invece,  spiegato  l’errore,  avete  deviato  il discorso,  punzecchiando  i  due  compilatori  del  volume,  uno  dei  quali,  per  la  sua personale  posizione  politica,  vi  ha  offerto  l’occasione  di  fare  allusioni  che  non  mi riguardano  e  che  sono  comunque  estranee  all’argomento”.];  ►  5)  Anziché  pubblicare  la  lettera  di  Venturini  del  7  giugno,  Borghi  scrive  una  nota  nella  rubrica  “Piccola Posta”,  «Umanità  Nova»,  n.  24,  16  giugno  1957  [“Vedremo  in  prosieguo  di  tempo, se  campiamo,  dove  approdano  le  cose  cui  abbiamo  alluso  e  che  tu  conosci  (meglio  e più  salutevole  se  tu  senti  che  non  ti  riguardano).  Non  ci  sprona  malanimo,  né  ora  né mai  verso  nessuno.  Ma  in  realtà,  la  creazione  individuale  A  COPPIA,  va  distinta  –  distintissima!  –  dalla  cooperazione  occasionale  e  materiale  d’archivio,  che  allora  è  un altro  paio  di  maniche”.]  [corsivi  e  maiuscole  nel  testo,  ndr];   ►  6)  Quarta  lettera  di Venturini  a  «Umanità  Nova»,  14  giugno  1957  (non  pubblicata)  [“Se  non  siete  in grado  di  far  ciò,  ditemi  se  non  ho  il  diritto  di  pensare  che  voi  non  volete  che  si  parli del  libro  semplicemente  per…  antipatia  verso  le  persone  dei  curatori  di  esso”];  ►  7) Quinta  lettera  di  Venturini  a  «Umanità  Nova»,  14  luglio  1957,  per  chiarire  due punti  della  recensione  di  Ugo  Fedeli  comparsa  nel  n.  del  giornale  con  la  stessa  data [non  pubblicata  da  Borghi,  per  cui  V.  la  farà  pubblicare  su  «Previsioni»  (Acireale), a. II,  n.  3-4,  aprile-settembre  1957];   ►   8)  Nota  di  Borghi  in  «Umanità  Nova»,  n.  31,  4 agosto  1957,  indirizzata  a  T.  di  Bologna  nella  rubrica  “Piccola  Posta”,  con  un  duro attacco  a  “Azione  Comunista”  e  a  Masini,  senza  mai  nominarlo:  “Non  pubblicheremo  oltre  degli  indovinelli  polemici  sul  libro  di  Merlino  compilato  dai  due  che  conosci.  Uno  di  loro  è  uno  dei  magna  pars  di  un  giornale  di  Milano,  che  si  chiama Azione  Comunista.  Perché  non  provano  di  polemizzare  in  tale  giornale  sul  socialismo  libertario  di  Merlino?”.  In  seguito  Venturini,  per  quanto  comprensibilmente molto  amareggiato  e  deluso,    scriverà  almeno  un’altra  lettera  a  Borghi,  il  28  dicembre 1957, segnalandogli le recensioni lusinghiere  pubblicate sul libro da  intellettuali  prestigiosi  (L.  Bulferetti,  E.  Tagliacozzo,  A.  Bertolino  e  altri),  e  pregandolo  inutilmente  di    informarne  i  lettori  di  «U.  N.».  Ma  ogni  sforzo  teso  a  convincere Borghi  dell’importanza  e  del  valore  dell’opera,  insistendo  ancora  sulla  sua  importanza dal punto di vista della diffusione degli ideali anarchici, si rivelerà vano.  ► L’anno dopo la vicenda si arricchirà di un ulteriore strascico, con un intervento di Venturini in  polemica con Borghi che, in un suo articolo commemorativo di Genuzio Bentini, aveva  attribuito  la  causa  dell’abbandono  dell’anarchismo  da  parte  del  brillante  avvocato  romagnolo  alla  determinante  influenza  di  Merlino,  con  il  suo  atteggiamento  favorevole  alla  partecipazione  alle  lotte  elettorali  assunto  negli  anni  1897-98.  [A. Venturini,  Come  si  commemora…(Da  Merlino  a  Bentini),  con  postilla  di  Borghi,  «Umanità  Nova»,  a. 38,  n.  35,  7  settembre  1958].  ►  Va  ricordato  infine  che  queste incomprensioni  e  polemiche  tra  Borghi  e  Venturini  a  proposito  di  Merlino  avevano  avuto  almeno  un  antecedente  alcuni  anni  prima  (cfr.  A.  Venturini,  Chiarimento, con  una  postilla  non  firmata  ma  di  A.  Borghi,  «Umanità  Nova»,  a. 34,  n.  2,  10 gennaio  1954).

I documenti della polemica (in ordine cronologico)

► A. Venturini, Chiarimento (con postilla di A. Borghi), «Umanità  Nova»,  a. 34,  n.  2,  10 gennaio  1954.

► Premessa di A. Borghi a Rodolfo  Felicioli,  Ismi  e anti-ismi.  L’anarchismo  esige  chiarezza,  «Umanità  Nova»,  a. 37,  n.  20,  19  maggio 1957.

► A. Venturini, Precisazioni su Merlino,  «Umanità  Nova», a. 37, n. 22, 2 giugno 1957 (lettera di Venturini del 27 maggio, pubblicata con taglio della parte finale e con una introduzione e una postilla di  A. Borghi).

 Merlino e i merliniani, «Umanità  Nova», a. 37, n. 23, 9 giugno 1957  (nuova lettera  di  Venturini  al giornale,     datata 1 giugno 1957, con  nuove  precisazioni, pubblicata con postilla di Borghi).

► [A. Borghi], “Piccola Posta”,  «Umanità  Nova»,  a. 37, n.  24,  16  giugno  1957.

► Ugo Fedeli, Una raccolta merliniana, «Umanità Nova», a. 37, n. 28, 14 luglio 1957.

► A. Venturini, Postilla ad una recensione, «Previsioni» (Acireale), a. 2, n. 3-4, aprile-settembre 1957.

► [A. Borghi], “Piccola Posta”,  «Umanità  Nova»,  a. 37, n. 31,  4 agosto  1957  (nota indirizzata da Borghi  a  T.  di  Bologna, con  un  duro attacco  a  “Azione  Comunista”  e  a  Masini,  senza  mai  nominarlo).

► A. Venturini,  Come  si  commemora…(Da  Merlino  a  Bentini), con  postilla  di  Borghi,  «Umanità  Nova»,  a. 38,  n.  35,  7  settembre  1958.