Errico Malatesta

 

Errico Malatesta nel 1891

 

 

Nacque a Santa Maria Capua Vetere il 4 dicembre 1853. Internazionalista anarchico dal 1871, partecipò al Congresso di Sant-Imier del 1872, atto di nascita del movimento anarchico. Fu protagonista dei momenti di più intensa lotta sociale del successivo mezzo secolo in Italia: l’insurrezione del Matese del del 1877, i moti del pane del 1898, la Settimana Rossa del 1914, il biennio rosso del 1919-20. Visse la maggior parte della sua vita adulta all’estero da esule e lavoratore manuale, in paesi di forte emigrazione italiana e presenza anarchica: Francia, Belgio, Svizzera ed Egitto (1878-1882), Argentina (1885-1889), Stati Uniti (1899-1900), Inghilterra (1889-1897, 1900-1913, 1914-1919). Amato dai compagni, rispettato dagli avversari e temuto dai nemici, contribuì al movimento anarchico con l’azione e con il pensiero. Opuscoli di propaganda come Fra Contadini, L’Anarchia e Al Caffè hanno avuto innumerevoli riedizioni e traduzioni. Tuttavia il suo pensiero è soprattutto affidato alla miriade di articoli disseminati nella stampa anarchica. Periodici da lui redatti, come «L’Associazione» (Nizza, 1889-90), «L’Agitazione» (Ancona, 1897-98), «Volontà» (Ancona, 1913-14), «Umanità Nova» (Milano, poi Roma 1920-22) e «Pensiero e Volontà» (Roma, 1924-26), sono fra i più significativi della storia del pensiero anarchico. Morì a Roma, sorvegliato strettamente dal regime fascista fino ai suoi ultimi giorni, il 22 luglio 1932.

Malatesta è stato, senza dubbio, l’esponente più importante del movimento anarchico di lingua italiana. Protagonista della storia del movimento dal periodo dell’Internazionale fino al fascismo, con il suo contributo al dibattito teorico e politico, e con quello concreto di organizzatore e agitatore, ha rappresentato un punto di riferimento ineludibile per più generazioni di militanti e per le diverse correnti dell’anarchismo. Persona di riconosciuta umanità, modestia e coerenza personale, la sua lunga esperienza di esiliato ha contribuito inoltre, nei numerosi paesi in cui si è trovato a vivere, lavorare e svolgere attività politica e sindacale, a fare di lui lo snodo di una ricca rete di relazioni di carattere internazionale.  Malatesta non ha lasciato sistemazioni teoriche della sua visione dell’anarchismo, così come non ha voluto scrivere le sue memorie. L’evoluzione del suo pensiero e il senso del suo percorso biografico vanno dunque ricostruiti, in primo luogo, attraverso la grande mole dei suoi scritti destinati ai giornali e agli opuscoli di propaganda, gli interventi in conferenze e comizi, la fitta corrispondenza. Tranne alcune raccolte di articoli e la periodica ristampa degli opuscoli più noti e diffusi, la maggior parte dei testi di Malatesta sono tuttora poco conosciuti. Una lacuna a cui in questi ultimi anni sta cercando di porre rimedio la pubblicazione delle Opere Complete a cura di Davide Turcato, in dieci volumi, in corso di stampa.  

 

Per approfondire:

 

► Giampietro Berti, Malatesta Errico, in Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, vol. 2 (Pisa, BFS, 2004)